
Il vino come identità territoriale, un sapere antico che ha sapore, il sapore del territorio e della sapienza di chi s’impegna a produrre le uve e a trasformarle nel nettare di_vino. Sono stata alle prime edizioni di Cantine Aperte, poi per una serie di ragioni professionali e personali, da anni, non ci tornavo più ma non ho mai smesso di seguire con attenzione, almeno sulla carta, quanto si diceva e faceva in questo ambito che, anno dopo anno, è diventato più forte ed elemento attrattivo turistico identitario. Condivido in pieno anche quanto si afferma sul sito del Movimento Turismo del Vino http://bit.ly/1Wupt3A “… le cantine non sono e non devono essere meri spazi dove si produce e vende dell’ottimo vino, ma anche e soprattutto delle vere e proprie micro-destinazioni turistiche che riescano a fornire ai visitatori delle esperienze a 360° in un contesto di totale armonia con il territorio.”
Sono rimasta attratta e affascinata dal modo in cui il Vino viene narrato. E si! Ogni Cantina e poi ogni suo prodotto hanno una identità definibile in termini storici, qualitativi, peculiari, esclusivi.
Che c’è di meglio che raccontare la propria sapienza del fare che si collega in un ambito territoriale e ha un sapore che stimola la tua intelligenza e palato per capire la differenza tra l’uno e l’altro di queste culture colture.
Turismo del Vino è uguale a turismo esperenziale. Una esperienza da vivere con tutti i sensi.
Ho scelto di andare all’azienda agricola turistica Agriverde. Una Cantina che sono stata a visitare molti anni fa, credo all’inizio della nuova conduzione di Giannicola Di Carlo. Allora aveva appena iniziato a produrre con il sistema biologico. Sicuramente una scelta azzardata per il periodo. Di biologico se ne parlava molto meno che ora,
trattandosi di vino ancora meno. In poche parole i cambiamenti avvenuti sono enormi. Ci sono stata domenica 29 maggio, con un gruppo di amici, da vera turista, con il solo desiderio di conoscere questa bella realtà in tutto relax. Ebbene sono rimasta ben sorpresa già nell’imboccare il viale d’ingresso per la cura e la bellezza che subito è apparsa
sotto il mio sguardo. Le persone presenti erano tante ma l’organizzazione è stata perfetta. La nostra guida ha iniziato a narrare la storia dell’azienda, poi ha messo in luce la struttura architettonica dell’edificio aziendale progettata e costruita secondo i principi della bioarchitettura con legno, acciaio e vetro degli elementi che compongono la costruzione, armonicamente accostati. L’edificio simula una nave, intorno muretti dipinti di blu adornate da aiuole di rose bianche a rappresentare le onde del mare e la schiuma che s’infrangono ai bordi della nave. Siamo poi scesi al piano sotterraneo che ospita sale climatizzate e racchiude la bottaia, il cuore della cantina, con barriques e tonneau per il riposo e la maturazione dei vini. Con piacere abbiamo appreso come i vini di Agriverde sono apprezzati in tutto il Mondo e dei numerosi premi ottenuti che hanno portato in auge anche il nome dell’Abruzzo.
Finalmente dopo tanto sapere è giunto il momento del sapore e l’opportunità di assaporare i vini più pregiati nella misura desiderata ma si sa, il vino per
essere goduto deve essere centellinato e gustato da sobri per cui, pur potendo bere a sazietà ci siamo limitati ad assaporare poche gocce di ogni vino che
hanno comunque saputo trasformare la nostra serata in una lieta e lieve ebrezza.