

Nella scorsa estate, mi sono trovata in un piacevole convivio. Tra le persone presenti c’era un’amica, Donatella Paolucci, di Goriano Sicoli. Nell’ambito della conversazione mi parla di Santa Gemma, una santa vissuta e morta nel suo paese. Il mio interesse si è subito accesso perché, nonostante mi sia sempre interessata di turismo religioso in Abruzzo, non avevo mai prestato attenzione a questa santa tutta abruzzese. Per approfondirne la conoscenza mi suggeriscono di rivolgermi alla professoressa Paola Di Giannantonio1,

Santa Gemma
Grazie ad un amico comune ottengo il suo numero di telefono e la chiamo, proprio nel periodo della quarantena. Paola accende ancora di più il mio interesse per Santa Gemma. Inizia un racconto che dura diverse telefonate. Lei mi manda video, foto, mi suggerisce delle letture. Approfondendo la storia vengo a sapere che Santa Gemma nasce intorno all’anno 1375 a San Sebastiano di Bisegna, a poco più di 20 km da Goriano, sempre in Abruzzo. I suoi genitori, dediti alla pastorizia, a causa di un’epidemia, muoiono lasciandola sola. La ragazza non si scoraggia e continua il lavoro dei genitori. Dato che aveva dei compari a Goriano Sicoli questi, sapendola orfana, la invitano a stare a casa loro e così la ragazza vi si trasferisce. Essendo una ragazza molto bella, attrae l’interesse del conte Ruggero di Celano. Lei respinge ogni tentativo di seduzione del nobile il quale, contrariato, la fa rinchiudere in una prigione e qui vi resterà per il resto della sua vita. In questo isolamento forzato la ragazza si dedica alla preghiera ed a una vita ascetica. Si narra che il pane che le veniva consegnato in prigione per alimentarsi lo redistribuisse ai poveri che passavano sotto la sua finestra. Muore all’età di 52 anni, il 12 maggio del 1426. Appena dopo la sua morte in paese cominciano a verificarsi tanti miracoli. Fu così che venne chiesta la riesumazione del corpo. Monsignore Guidalotti da Perugia2 volle partecipare direttamente alla riesumazione. Appena scoperta la tomba il cielo si fece buio e iniziarono a manifestarsi tuoni e fulmini determinando molto spavento nella popolazione. Quando ci si rese conto che quel fenomeno atmosferico interessava esclusivamente la zona della riesumazione capirono che era un segno della gloria di Santa Gemma. Appena aprirono la bara l’ambiente circostante fu pervaso da un profumo intenso e le spoglie della santa apparvero ancora integre. I partecipanti all’evento caddero tutti in una profonda commozione. Si organizzò una processione guidata dal vescovo Guidalotti in abito Pontificale e il corpo di Santa Gemma venne traslato nella chiesa di San Giovanni Battista all’interno di un’urna. Fu il vescovo stesso che, con un decreto, ordinò, da quel momento, la venerazione ufficiale della Beata Gemma. Di fatto, però, si dovette attendere fino al 1890 perché venisse santificata. Gli abitanti di Goriano Sicoli e di San Sebatiano l’hanno sempre venerata e fatto ricadere la festa, ogni anno, il giorno della sua morte.
Paola mi racconta che la festa è molto particolare perché le protagoniste sono due donne: una ragazza appena adolescente e una donna già sposata e madre. Nei tre giorni e nelle tre notti di festa (11/12/13 maggio), hanno luogo singolari rituali talmente complessi e collegati fra loro in precise sequenze logiche da far pensare che, accanto alle celebrazioni cristiane, sia pervenuto un antico rituale per propiziare la fertilità della terra e degli esseri umani. Tralasciamo questi aspetti mitologici per tornare alla realtà dei fatti. L’aspetto particolare è la scena, che si ripete ogni anno, e che simula l’arrivo di Santa Gemma da San Sebastiano a Goriano Sicoli, con personaggi che svolgono precise funzioni rievocative. Ogni anno una ragazza di San Sebastiano impersona Santa Gemma. Il giorno 11 maggio con Indossa abiti molto particolari e a piedi nudi accompagnata dagli abitanti del suo piccolo borgo, va a Goriano Sicoli, rievocando l’arrivo della Santa. Fuori dal paese trovano ad attenderli gli abitanti di Goriano Sicoli. La prima persona che si avvicina alla ragazza è il compare, chiamato il procuratore della festa mentre la comare e la ragazza che impersona Santa Gemma sono chiamate le procuratrici . La ragazza, con affianco il compare e reggendo un grande cero – che non viene mai accesso – guida la processione con al seguito gli abitanti dei due paesi. La processione va dritta alla casa di Santa Gemma. La vecchia casa dei compari dove Santa Gemma ha vissuto e che da allora è rimasta esclusivamente utilizzata per le festività della Santa.
Alla casa si accede attraverso una scalinata esterna. Sopra la scalinata c’è la comare. All’arrivo della ragazza la comare l’abbraccia, un momento denso di commozione e trasporto da parte di tutti I partecipanti. La comare prende il cero e la invita ad entrare in casa.

L’abbraccio tra le due procuratrici, la comare e la ragazza che rappresenta Santa Gemma.
Dentro casa la ragazza e la comare mangiano la mollica del pane dell’anno precedente e poi si siedono intorno ad un tavolo insieme alle autorità del paese e dei fedeli. Inizia un banchetto dove vengono serviti cibi e bevande. Un altro particolare molto significativo è che dall’inizio del mese di maggio le donne del paese, a casa di Santa Gemma, iniziano a impastare e preparare “il pane di Santa Gemma”, filoni di pane con su inciso le lettere del nome della santa. Il pane cotto viene accatastato e poi sistemato in canestri adornati. Il pomeriggio dell’11 maggio si svolge una processione guidata da Santa Gemma e la comare, seguite da giovani fanciulle del posto vestite in costume. Queste portano, ognuna, un canestro in testa con dentro le pagnotte di pane. Camminando lungo le strade si fermano in ogni abitazione e lasciano nelle mani dei proprietari un filone. A prendere il pane e a passarlo alle persone riceventi sono giovani maschi. Paola mi fa capire la complessa ritualità e che la festa è caratterizzata dai frutti della terra: il pane e il vino ed è proprio il pane l’elemento più importante. Il pane, viene offerto e consumato insieme al vino di Santa Gemma durante i 3 giorni di festa. La sera dell’11 le ragazze che hanno portato “le canestre” tornano alla casa di Santa Gemma e mangiano una cena a base di frittata e insalata. Ognuna di loro nei giorni precedenti ha portato due uova utilizzate per la cena rituale. La notte la ragazza che rappresenta la santa resta a dormire nella casa. Il giorno 12 maggio le due procuratrici parteciperanno insieme alle funzioni religiose portando entrambe un cero. La giovane porta quello nuovo e la comare quello dell’anno prima. Il giorno 13, insieme a Santa Gemma si festeggia San Vincenzo. Negli anni passati, anni in cui prevaleva la cultura contadina, la processione arrivava all’aia del paese perché doveva favorire l’uscita del vento per la vagliatura del grano. Il sacerdote impartiva la benedizione ai campi posti nella direzione dei 4 punti cardinali e con la processione si concludevano i tre giorni di festa. Nella mattinata del 13 di maggio, all’insaputa di tutti, la giovane che impersona Santa Gemma esce furtiva dall’abitazione e
scompare portando con se pane, ciambelle, biscotti , ciambelloni e vino. All’arrivo a San Sebastiano questi prodotti vengono offerti alla popolazione direttamente dalla ragazza vestita da Santa Gemma.
Santa Gemma è venerata non solo in Abruzzo, ma anche nelle tante comunità di abruzzesi sparse per il mondo e, da un po di anni a questa parte, si sono uniti ai festeggiamenti anche abitanti di Rocca Vittiana (RI) .
E siamo alla fine di questo affascinante racconto di una storia sacra che si ripropone tutti gli anni l’11/12/13 maggio.
Ancora qualche piccola informazione per cogliere anche la bellezza del luogo. Il Comune di Goriano Sicoli è inserito all’interno del Parco Regionale Sirente-Velino, e confina con i comuni di Castel di Ieri, Cocullo, Prezza e Raiano, ha circa 500 abitanti. Ha una struttura urbana medievale. All’interno del piccolo centro troviamo sulla cima del colle la chiesa di Santa Maria Nova costruita sui resti del castello dei Piccolomini, la chiesa di Santa Gemma (al cui interno c’è un pregiato quadro raffigurante San Antonio dipinto dal grande pittore abruzzese Teofilo Patini) , la casa di Santa Gemma, una bella ed ampia fontana monumentale ai piedi del paese, solo per accennare ad alcune sue peculiarità d’interesse. Il paese e la zona, in effetti, meritano un’approfondita visita, a prescindere dal periodo di festa dedicato alla Santa.

Paola si ferma a salutare la ragazza che impersona Santa Gemma. In mano ha il pane che le è stato appena donato da un giovane che accompagna il corteo delle ragazze con i canestri di pane .
Con Paola ci siamo ripromesse, appena superato questo difficile momento, di organizzare delle escursioni per visitare i luoghi della santa e raccontare la storia della valle subequana che conserva tanti segreti e sopratutto tanta bellezza.
Termino così con l’auspicio di superare questo periodo difficile chiedendo l’intercessione di Santa Gemma affinché la sua storia, la sua grazia continui a propagarsi con effetti benefici sull’intera Umanità e con la preghiera che il pane non venga a mancare a nessun essere umano.
Carla Martorella
1 – Docente di linguainglese e tedesca, esperta in antropologia del folklore e scrittrice. Ha pubblicato 3 libri Demetra per sempre, Terratradita e I Misteri di Campobasso una festa agraria dei Sanniti.
2 – Enrico Marganelli, Io sono Santa Gemma Vergine